• Un’altra moratoria alle rinnovabili in Sardegna?

    giovedì 23 ottobre 2025

    Il Consiglio regionale della Sardegna riapre la discussione sulle aree idonee alle energie rinnovabili e torna a valutare la possibilità di bloccare temporaneamente le autorizzazioni. La proposta di legge PD-M5S potrebbe impedire nuove domande in aree non incluse tra quelle idonee per circa quattro mesi. Il firmatario Gianluca Mandas parla di apertura a modifiche: l’obiettivo è chiarire l’idoneità dell’autoconsumo e delle Comunità energetiche (CER).

    La Pdl n. 146 modifica la legge regionale 20/2024 sulle aree idonee e introduce un nuovo comma che prevede un regolamento entro 120 giorni dall’entrata in vigore. Il regolamento disciplinerà come realizzare impianti FER nelle zone ordinarie non incluse nelle aree idonee, con particolari riferimenti alle valutazioni caso per caso delle autorizzazioni. In attesa del regolamento, non possono essere avviate nuove autorizzazioni, anche se già presentate.

    Si tratta di una mini moratoria simile a quella di 180 giorni adottata in passato, ma con portata più limitata. La proposta assicura che non venga compromesso l’obiettivo di raggiungere i target europei e il burden sharing: l’ampiezza d’intervento riguarda solo le aree non idonee e non ostacola l’uso delle aree già considerate idonee per raggiungere gli obiettivi.

    I legali della Regione hanno sostenuto davanti alla Corte costituzionale che, con l’attuale mappa delle aree idonee, è possibile arrivare al target 2030. Mandas afferma che la norma è soprattutto regolamentare: serve evitare che la Sardegna perda strumenti legislativi e si possa verificare un nuovo ricorso della Consulta. In commissione si prevedono possibili miglioramenti al testo.

    La proposta mira anche a chiarire aspetti di autoconsumo e CER per evitare interpretazioni restrittive che limitino l’accesso ai fondi previsti dalla legge 20/2024. L’obiettivo è facilitare le famiglie nell’uso dell’energia e chiarire come l’idoneità debba prevalere in progetti di comunità energetiche e democratizzazione dell’energia.

    Tra i contenuti, viene specificato che l’attuale limite di 1.000 metri dai centri urbani non impedisce installazioni su superfici disponibili di coperture esistenti, come tettoie o pensiline, per fotovoltaico e accumuli.

    Per le aree logistiche e commerciali (zone D e G) prevale il criterio di idoneità: i lotti edificati devono avere fino al 60% della superficie libera, mentre i lotti non edificati in aree già infrastrutturate possono utilizzare fino al 20% (con possibilità di aumentare al 35% su delibera dell’ente gestore) e non superare il 50% della superficie dei lotti liberi. Le stesse prescrizioni valgono per consorzi industriali, zone industriali regionali e Pip.

    Per gli impianti eolici di piccola e media taglia, le aree idonee sono quelle già infrastrutturate, purché le macchine siano distanti non meno di tre volte l’altezza massima.

    Le Commissioni IV e V del Consiglio avvieranno l’esame della Pdl giovedì 23 ottobre, con l’audizione dell’assessore all’Industria, Emanuele Cani, e di quello all’Urbanistica, Francesco Spanedda.