• Treni e energia: la svolta verde di DB e FS in Europa

    martedì 16 dicembre 2025

    Deutsche Bahn investe in fonti rinnovabili con due grandi PPA. Gli accordi con Blue Elephant Energy forniranno energia solare sufficiente per percorrere circa 14 milioni di chilometri/anno con i treni ICE. I due parchi FV in costruzione in Baviera (Schafhöfen, 266 MW, oltre 370 mila moduli) e in Baden‑Württemberg (Aulendorf, 53 MW) produrranno oltre 300 GWh/anno per 13 anni, anche tramite sistemi di accumulo per rendere la fornitura più prevedibile e flessibile.

    Questa strategia si inserisce in una diversificazione energetica già ampia di DB, che comprende parchi eolici offshore e onshore, e impianti FV distribuiti. L’obiettivo è ridurre la dipendenza da energia di picco e aumentare la stabilità economica e la sicurezza dell’approvvigionamento grazie a accumuli di rete. DB Energie, la struttura di acquisto del gruppo, evidenzia che il fotovoltaico è oggi la tecnologia con i costi più competitivi e che l’accumulo permette di mantenere prezzi contenuti, affidabilità e minori emissioni.

    DB prevede anche infrastrutture di accumulo dedicate al sistema ferroviario in progetto a Walsum e Beckum, pronte per l’esercizio nel 2026. L’obiettivo è costruire un portafoglio integrato di rinnovabili e flessibilità per gestire sia la domanda dei treni sia la complessità della rete a 16,7 Hz, gestita da DB Energie su quasi 8.000 km di infrastrutture. In termini di contesto, nel 2024 la quota rinnovabile del mix di trazione DB ha toccato circa il 70%, ben oltre la media nazionale tedesca, e l’impegno è di restare intorno a quel livello nel 2025, con neutralità climatica al 2040.

    In Italia, Ferrovie dello Stato Italiane ha creato FS Energy nel 2025 per gestire in modo integrato le operazioni energetiche, puntando a 2 GW di rinnovabili entro il 2034. L’obiettivo per il 2029 è installare 1,1 GW (circa 1,5 TWh), pari al 19% dei consumi del gruppo, poi portarsi a 2 GW entro il 2034 (circa 3 TWh). FS Energy prevede tre canali principali: impianti propri, PPA a lungo termine e progetti in co‑ sviluppo con operatori del settore.

    Nella parte operativa, FS Energy ha assegnato una gara pubblica per 275 GWh/anno (204,2 milioni di euro) a cinque lotti ad aziende come Enel, Edison e Erg, integrando fotovoltaico, eolico e profili baseload su periodi tra 5 e 10 anni. Parallelamente, la strategia di generazione diretta contempla 20 GWh/anno di PV sviluppato internamente e 400 GWh/anno da impianti affidati a gare di co‑ sviluppo, con risparmi attesi di circa 200 milioni di euro entro il 2029.

    Gli impianti saranno spesso situati vicino alle sottostazioni di RFI, sfruttando agevolazioni normative che facilitano l’interconnessione infrastrutturale ferroviaria. Tuttavia, la crescita di FS Energy ha suscitato critiche parlamentari sul possibile ruolo di una utility elettrica e sull’uso di aree agricole di pregio per grandi impianti, oltre a temi legati alle agevolazioni riservate al settore ferroviario.

    Accanto a FS Energy, in Italia emergono grandi progetti di accumulo, come una batteria da 250 MW/1 GWh a Rondissone (Piemonte) tramite tolling tra Ego Energy/Shell e Aer Soléir, definito il maggiore accordo di questo tipo in Europa. Pur non essendo asset di FS Energy, mostra il tipo di infrastrutture che l’ecosistema ferroviario dovrà integrare per ottimizzare i consumi e la flessibilità della domanda.

    In sintesi, DB e FS stanno ridefinendo il ruolo dei treni come protagonisti della transizione energetica. In Germania, la combinazione di PPA pluriennali, reti dedicate e accumulo accelererà la decarbonizzazione e la stabilità dei prezzi. In Italia, FS Energy cerca di riprendere controllo sulle dinamiche energetiche con PPA, impianti dedicati e sviluppo con partner esterni, dimostrando che il trasporto ferroviario può guidare nuove capacità rinnovabili e sistemi di accumulo, pur tra sfide regolatorie e concorrenziali.