• Transizione 5.0: lo sconcerto delle aziende e le possibili soluzioni

    lunedì 10 novembre 2025

    Il riavvio della piattaforma Gse non garantisce ancora l’accesso al credito d’imposta: le aziende vivono uno stato di incertezza nonostante la riapertura, e il governo cerca soluzioni. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) annuncia di essere al lavoro per reperire nuove risorse e garantire il sostegno agli investimenti programmati, anche attraverso la continuità con la nuova misura che sarà varata nella Legge di Bilancio.

    L’attenzione è centrata sull’iperammortamento: consente di maggiorare fiscalmente il costo degli investimenti in beni strumentali con aliquote diverse (fino al 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 100% tra 2,5 e 10 milioni, 50% tra 10 e 20 milioni). Tra i beni ammessi rientra anche il fotovoltaico in autoconsumo, purché i moduli siano registrati nel registro Enea e classificati nelle categorie A, B o C. Tuttavia, il Cnel segnala che l’iperammortamento penalizza imprese in perdita o con redditi imponibili molto contenuti, e il vantaggio fiscale si realizza solo al momento della liquidazione delle imposte, non in modo immediato come avveniva con il credito d’imposta. Inoltre è una misura generalista, meno mirata sull’innovazione tecnologica e sul risparmio energetico cui invece punta Transizione 5.0.

    Nel frattempo il Mimit evidenzia una forte accelerazione delle prenotazioni sul piano 4.0 per la trasformazione digitale delle imprese: restano disponibili 200 milioni di euro su un plafond di 2,2 miliardi. Come già per Transizione 5.0, il Gse annuncia che comunicherà l’esaurimento delle risorse al raggiungimento della soglia; le comunicazioni inviate entro il 31 dicembre restano valide e saranno gestite in ordine cronologico se ci saranno nuove risorse. Le domande presentate dopo la riapertura non garantiscono l’accesso al credito d’imposta.

    Le reazioni di Confindustria e AssoEge sono di forte preoccupazione. Confindustria chiede soluzioni immediate per tutelare le aziende e propone che i progetti in lista d’attesa possano essere finanziati con meccanismi di priorità (fast track) o con soluzioni-ponte, in attesa del nuovo iperammortamento nel 2026. Anima Confindustria sottolinea la necessità di certezze e strumenti stabili per programmare investimenti e innovazione, mentre AssoEge mette in guardia sulla perdita di fiducia e sugli effetti negativi sui business plan già avviati. Inoltre si segnala il rischio che chi ha investito si trovi escluso dall’incentivo, con conseguenze sui piani finanziari. La differenza tra crediti d’imposta e iperammortamento resta il nodo critico per le aziende di piccole dimensioni.

    Due vie emergono: trovare nuove risorse per finanziare i soggetti in lista d’attesa oppure raccordare le richieste di Transizione 5.0 con il nuovo iperammortamento del 2026, ad esempio dando priorità a chi è in coda. Resta però incerta l’impatto della differenza tra crediti d’imposta e iperammortamento, che potrebbe penalizzare le aziende meno potenti dal punto di vista reddituale.