Transizione 5.0: continuità nel 2026 con l’iperammortamento
giovedì 13 novembre 2025
Transizione 5.0 proseguirà nel 2026 in una nuova veste: l’iperammortamento, con 4 miliardi di euro disponibili, possibile proroga di altri due anni e apertura alle imprese ad alto consumo energetico. L’annuncio è stato fatto dal ministro Adolfo Urso durante il question time alla Camera, in risposta alle interrogazioni sul futuro della misura dopo l’esaurimento dei fondi annunciato dal MIMIT (11 novembre sono terminate le risorse di Transizione 4.0).
Finora oltre 15.000 imprese hanno prenotato crediti d’imposta per Transizione 4.0 e Transizione 5.0 per oltre 5,5 miliardi; circa 2,2 miliardi relativi a Transizione 4.0 e 3,4 miliardi a Transizione 5.0. Le aziende possono inviare nuove prenotazioni fino al 31 dicembre ma non c’è garanzia di accoglimento; dipenderà da nuove risorse o scorrimenti.
Per dare continuità, i 4 miliardi saranno destinati all’iperammortamento nel nuovo piano Transizione 5.0 e si lavora con Giorgetti per una proroga anche nel biennio successivo, affinché le imprese possano programmare investimenti su un periodo più esteso. Le risorse 2026, nazionali e non PNRR, consentono di liberare l’agevolazione dai vincoli del Green Deal e potrebbero includere imprese energivore (siderurgia, chimica, ceramica, carta, vetro).
Tuttavia sorgono criticità: la convivenza di Transizione 5.0 e iperammortamento è complessa perché quest’ultimo è una deduzione fiscale sui costi d’investimento, mentre i crediti di imposta sono una compensazione diretta; non è chiaro come avverrà il passaggio tra strumenti e quale priorità avranno i fondi 2026 per i progetti in coda.
Sul piano politico, Urso difende l’operato del governo e respinge le critiche di Confindustria e altre associazioni sullo stop dei fondi. Sostiene che Transizione 5.0 ha avuto gradimento e che la riduzione delle risorse PNRR a 2,5 miliardi era necessaria per evitare conseguenze negative sull’impegno statale. Le opposizioni contestano: Boschi afferma che la misura non ha funzionato come scritto; Pavanelli parla di pasticcio burocratico e critica il ritorno agli iperammortamenti escludendo molte PMI.