Superammortimenti 2026 per rinnovabili ed efficienza
venerdì 24 ottobre 2025
Dal 2026 arriva una versione mirata del superammortamento per spingere l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile e progetti di efficienza energetica. Le imprese hanno tempi stretti: possono beneficiare delle aliquote maggiorate se prenotano investimenti entro il 31 dicembre 2026 o li completano entro il 30 giugno 2027. Se non si rispettano le scadenze, i vantaggi rischiano di svanire.
La norma, contenuta nell’articolo 94 del Ddl Bilancio 2026-2028, propone maggiorazioni delle quote di ammortamento per investimenti in Italia. Scaglioni base: 180% fino a 2,5 milioni, 100% tra 2,5 e 10 milioni, 50% tra 10 e 20 milioni. Se l’intervento riduce i consumi di almeno il 3% (struttura) o 5% (processi), le maggiorazioni salgono al 220%, 140% e 90%. L’agevolazione privilegia impianti di autoproduzione/autoconsumo da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo; per il fotovoltaico valgono moduli ammessi, UE e ad alta efficienza: A ≥21,5%; B >23,5%; C bifacciali eterogiunzione/tandem ≥24%. È istituito un Registro ENEA per certificare origine, efficienza e qualità dei moduli.
Il risparmio energetico richiesto per accedere alle aliquote più alte si ottiene in tre casi: sostituzione di beni Industria 4.0 ammortizzati da almeno 24 mesi; progetto realizzato tramite ESCo con contratto EPC che garantisca i risparmi; installazione di impianti fotovoltaici con moduli idonei. Le comunicazioni e le certificazioni vanno inviate tramite la piattaforma telematica del GSE e un decreto attuativo See definirà entro 30 giorni i tetti di costo per tecnologia e le modalità di verifica.
Rispetto alla bozza, la norma introduce un vincolo territoriale in Italia, riconosce automaticamente il risparmio per i moduli certificati, detta regole su cessioni/delocalizzazioni e attribuisce al MEF il controllo degli oneri pubblici. L’accesso avviene tramite la piattaforma del GSE.
Differenze rispetto ai vecchi incentivi: si torna a una deduzione maggiorata invece che a un credito, con una governance centralizzata al GSE e un focus sull’efficienza reale e sull’autonomia energetica piuttosto che sul mero rinnovo di beni. L’obiettivo è sostenere la competitività industriale italiana tramite riduzioni strutturali dei costi energetici.
Criticità principali: finestra temporale molto ristretta con acconto del 20% entro fine 2026; requisiti di moduli UE e Registro ENEA che limitano l’offerta; incertezza sui decreti attuativi e sui tetti di costo; possibile congestione operativa del GSE e complessità di audit per dimostrare i risparmi. Nonostante tutto, il potenziale è significativo se attuazione, disponibilità di materiali qualificati e gestione delle pratiche saranno rapide e efficaci.