• Strategia Made in EU nel fotovoltaico: proposte di Italia Solare

    giovedì 20 novembre 2025

    Italia Solare chiede al Governo di inserire esplicitamente il requisito Made in EU nei decreti attuativi del Net Zero Industry Act e di rimuovere barriere che rischiano di scoraggiare investimenti industriali, anche provenienti dalla Cina, in Europa. Contemporaneamente va definita una programmazione pluriennale che aumenti progressivamente il numero di componenti prodotti nell’Unione.

    A livello europeo, Bruxelles valuta di reintrodurre formalmente il criterio Made in EU nell’attuazione del NZIA, che attualmente mira soprattutto a disincentivare forniture dalla Cina. La Commissione potrebbe introdurlo già con l’Industrial Accelerator Act atteso per il 2026, aprendo ai Paesi membri la possibilità di usarlo anche nei provvedimenti nazionali. In Italia il Made in EU è stato adottato in Transizione 5.0 e nel Conto Termico, e anche il Fer X definitivo dovrebbe seguirne l’esempio di coerenza.

    Per la norma sui moduli, Italia Solare ritiene che i criteri di accesso al sostegno debbano essere ridefiniti: l’iperammortamento favorisce automaticamente i moduli di categoria C (oggi prodotti da Enel 3Sun), mentre quelli di categoria A o B, pur europei, richiedono una riduzione dei consumi per ottenere benefici. Emendamenti in Senato propongono persino di dimezzare l’incentivo per i moduli di categoria A, evidenziando tensioni interne sul tema.

    Un punto centrale riguarda le regole Fer X Transitorio: escludere prodotti da stabilimenti extra-cinesi controllati da aziende cinesi rischia di spostare la dipendenza verso altri paesi e di scoraggiare investimenti europei, in particolare da parte di grandi gruppi cinesi. Per Fer X definitivo, l’associazione propone di ammettere prodotti fabbricati in stabilimenti europei anche se controllati da gruppi cinesi, purché sia garantita tracciabilità, qualità e trasparenza.

    Italia Solare mette in luce la mancanza di filiere chiave in Europa per polisilicio, lingotti, wafer e vetro solare. Propone un percorso graduale che aumenti i componenti prodotti nell’Unione entro il 2032, accompagnato da un quadro regolatorio stabile. Propone inoltre un registro pubblico dei produttori per certificare tracciabilità e prestazioni, vitale in una filiera globale frammentata.

    Anche Esmc e SolarPower Europe chiedono un cambio di passo: un piano europeo per il fotovoltaico al 2030, una revisione degli appalti pubblici per premiare resilienza e contenuto europeo, l’istituzione di un fondo per la produzione di tecnologie pulite e condizioni di finanziamento più favorevoli tramite la Bei. Richiedono l’estensione dell’Opex temporaneo a tutta la filiera per prevenire la perdita di competenze industriali nel settore.