• Linee guida Ispra VIA per fotovoltaico e agrivoltaico

    martedì 21 ottobre 2025

    Con le Linee Guida n. 57/2025 l’Ispra definisce i contenuti minimi dei Sia per impianti fotovoltaici e agrivoltaici soggetti a VIA. L’obiettivo è standardizzare il percorso VIA, ridurre le integrazioni e circoscrivere le prescrizioni ambientali, affidando ai proponenti un monitoraggio. In prospettiva è prevista anche una piattaforma online per raccogliere dati e documenti relativi ai Sia.

    Il perimetro del Sia è ampliato: si valuta non solo l’area di sito, ma un’area vasta che include corridoi ecologici, bacini idrografici e coni visivi. La metodologia si articola in tre pilastri: caratterizzazione del contesto, valutazione degli impatti con mitigazione e compensazione, e un monitoraggio ante, durante e post operam. Si chiedono dati affidabili con adeguata estensione geografica e dettaglio temporale, per evitare sottostime e offrire una base solida. La piattaforma faciliterà la tracciabilità e la trasparenza dei dati.

    Lo studio delle alternative assume rilievo centrale: non basta elencare opzioni, bisogna motivare le esclusioni e l’alternativa zero. La localizzazione va giustificata incrociando aree idonee, vincoli paesaggistici e Natura 2000, rischio idraulico e qualità dei suoli. Si privilegiano aree non agricole di pregio, aree industriali, cave dismesse e aree degradate; per agrivoltaico si applica DM 436/2023. Le alternative scartate vanno documentate con criteri. Si sollecita l’uso di tecnologie innovative, specie autoctone e moduli che rispettino il paesaggio.

    Per l’agrivoltaico, le indicazioni sono meno numerose ma mirate: occorre un piano colturale dettagliato, con specie agricole, rotazioni e gestione di luce, acqua e passaggi delle macchine. Indicatori di copertura e SAU dimostrano la prevalenza agricola nel tempo e saranno verificati nel monitoraggio, con specifiche tecniche per evitare il “finto agrivoltaico”.

    Le criticità principali sono l’asimmetria dei dati disponibili e la necessità di basi informative comuni, potenzialmente rese disponibili da una piattaforma nazionale. È difficile mantenere coerenza tra territori, soprattutto con l’evoluzione delle aree idonee. Due ricadute pratiche: costi per rilievi e tempi più lunghi, legati a indagini stagionali su flora, fauna, agronomia e idraulica. In sintesi, le linee guida puntano a una maggiore serietà tecnica per ridurre integrazioni e contenziosi.