• Impianti solari e campi elettromagnetici: chiarezza e sicurezza

    venerdì 7 novembre 2025

    Con l’elettrificazione cresce l’attenzione sui campi elettromagnetici (CEM) e sul loro rapporto con la salute. Nel dibattito pubblico si confondono fenomeni diversi: radiazioni ionizzanti ad alta energia e campi non ionizzanti, tra cui quelli prodotti da impianti fotovoltaici e reti elettriche.

    Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

    I CEM derivano dal moto delle cariche. A seconda della frequenza possono essere ionizzanti o non ionizzanti. Gli impianti fotovoltaici producono campi non ionizzanti: gli inverter trasformano la corrente continua in alternata a 50 Hz e generano armoniche fino a decine di kHz, rimanendo nel campo non ionizzante.

    Effetti scientificamente accertati e limiti di sicurezza

    I CEM non ionizzanti fino a 300 GHz mostrano effetti acuti soltanto al di sopra di determinate soglie. A basse frequenze si osservano effetti non termici (stimolazione nervosa e muscolare); oltre 100 kHz compaiono anche effetti termici dovuti al riscaldamento dei tessuti, e oltre 10 MHz gli effetti sono unicamente termici. Gli effetti a lungo termine di esposizioni croniche a livelli inferiori ai limiti sono oggetto di studio, ma attualmente non c’è prova di causalità. Anche per grandi impianti, i componenti come inverter operano a 50 Hz e armoniche fino a decine di kHz.

    Il quadro normativo

    La cornice è la Legge Quadro 36/2001, con decreti attuativi del 2003 che fissano i limiti per campi ad alta frequenza (100 kHz-300 GHz) e bassa frequenza (fino a 100 kHz). Per la bassa frequenza si adottano soglie come: induzione magnetica 100 µT per la popolazione, attenzione di 10 µT (mediana 24 ore) in luoghi abitati con permanenze prolungate, e obiettivo di 3 µT vicino a siti sensibili. Per i lavoratori esposti si applicano i limiti della Direttiva UE 2013/35/UE (D.Lgs. 159/2016), che prevedono esposizioni superiori ai limiti popolazione ma protezione contro effetti biofisici acuti, con formazione e sorveglianza sanitaria.

    Impianti fotovoltaici e distanze di rispetto

    Nei grandi impianti utility scale, i limiti di esposizione per la popolazione si applicano anche all’esterno della recinzione. Le distanze di rispetto tipiche sono circa 10–15 metri dalle sorgenti di CEM interne. La progettazione è fondamentale per definire distanze, valutare l’esposizione interna e lungo le linee di connessione, facilitando l’iter autorizzativo e riducendo interferenze.

    Informare senza creare allarmismo

    È essenziale fornire informazioni accurate, basate sull’evidenza scientifica. Le norme fissano limiti cautelativi con margini di sicurezza che proteggono popolazione e lavoratori, anche quando convivono con grandi impianti fotovoltaici.