Il picco del solare e la nuova maturità della transizione energetica
venerdì 14 novembre 2025
Il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno del peak solar: non perché le installazioni scendano di numero, ma perché il tasso di crescita delle nuove capacità fotovoltaiche ha toccato il massimo. Secondo Sam Wilkinson di S&P Global Commodity Insights, la Cina potrebbe ridurre di circa 100 GW le nuove installazioni nel 2026, passando da circa 300 a 200 GW, ma a livello globale la domanda continuerà a crescere nei prossimi cinque anni.
La previsione di SolarPower Europe e l’outlook 2025-2029 indicano una dinamica ancora positiva: nel 2024 sono stati installati 597 GW di nuova potenza e l’FV ha rappresentato l’82% delle nuove rinnovabili. Nel 2025 si potrebbe toccare circa 655 GW in uno scenario centrale, con una crescita meno esplosiva ma continua.
La frenata cinese nasce soprattutto da una modifica regolatoria: dal 1° giugno 2025 i nuovi impianti utility-scale non beneficiano più di piani di sostegno stabili, entrando in un contesto più sensibile ai prezzi all’ingrosso e alla volatilità dei ricavi. Ciò ha creato una corsa a collegarsi prima delle modifiche, seguita da un raffreddamento degli investimenti. La Cina resta però il motore principale del FV mondiale: nel 2024 ha installato circa 329 GW, oltre la metà delle nuove capacità globali, e ha superato 1 TW di accumulo cumulato.
Questo ritmo di crescita sta però mettendo sulla rete limiti di integrazione: curtailment in aumento, tempi di connessione più lunghi e cannibalizzazione dei prezzi all’ingrosso nei momenti di alta produzione solare. L’IEA conferma che la Cina continuerà a investire molto in rinnovabili, ma in una fase di assestamento: nuove installazioni elevate ma con incrementi annuali meno spettacolari.
Gli impatti globali di un possibile rallentamento cinese non sono facilmente compensabili: Stati Uniti, India, Europa e altri mercati crescono, ma da basi diverse. Per il 2026 si prevede una stagnazione globale, seguita da una ripresa a doppia cifra dal 2027. Entro il 2029 si potrebbero raggiungere circa 930 GW di nuove installazioni annuali e, con margini favorevoli, avvicinarsi a 1 TW/anno entro il 2030. La capacità solare cumulata potrebbe avvicinarsi a 7,1 TW, contribuendo a coprire circa due terzi dell’obiettivo di 11 TW di rinnovabili fissato alla COP28.
Uno degli elementi chiave resta lo storage e la flessibilità delle reti: aumentare la quota di accumulo rispetto alla potenza FV installata sarà decisivo per gestire grandi volumi a basso costo ed evitare sprechi. In Europa, la mancanza di flessibilità ha già provocato curtailment crescenti e prezzi negativi, spingendo a ripensare modelli di business e PPA. In Cina, le riforme mirano a integrare PV con eolico, pompaggio, batterie e segnali di prezzo più sofisticati per rendere il sistema più stabile.
Peak solar richiama il concetto di picco, ma non di esaurimento: il sole resta una fonte gratuita e infinita; il picco riguarda il ritmo di crescita, non la quantità di energia prodotta. La prossima ondata di crescita potrebbe arrivare da tetti industriali, impianti commerciali, dati e centri logistici, parcheggi e microreti, soprattutto nei paesi emergenti dove il fotovoltaico può sostituire generatori diesel costosi e inquinanti.
Anche dopo il peak, il FV resta la forza trainante della transizione energetica: si stima che la capacità cumulata supererà 7 TW entro il 2030 e che il mercato annuale si avvicinerà progressivamente a 1 TW. Occorrono reti e flessibilità adeguate, ma il fotovoltaico continuerà ad aumentare in valore assoluto, mantenendo un ruolo centrale nella decarbonizzazione globale.