Il Green Deal tra semplificazione e nuove alleanze politiche
martedì 9 dicembre 2025
Un accordo informale tra Parlamento e Consiglio Ue modifica le direttive CSRD e CSDD, alleggerendo gli obblighi di sostenibilità aziendale rispetto alle proposte iniziali e prevedendo che oltre l’80% delle imprese resti esentato. Il patto tra le forze politiche rompe il cosiddetto cordone sanitario e segna una convergenza tra popolari e gruppi di destra sui temi economici, con i Patrioti per l’Europa che giocano un ruolo chiave. In breve, l’equilibrio politico interno si sta spostando verso posizioni più centriste o più orientate a destra a seconda delle circostanze.
Oggetto dell’accordo sono due norme: la CSRD, rendicontazione di sostenibilità, e la CSDD, obblighi di due diligence. Le modifiche saranno finalizzate nell’accordo Omnibus presentato da Bruxelles. L’intesa va ora ratificata dalle due istituzioni europee; il voto chiave è previsto in dicembre in commissione Affari giuridici e poi in plenaria a Strasburgo.
Novità principali sulle soglie: la rendicontazione sociale e ambientale diventa obbligatoria solo per aziende con media di oltre 1.000 dipendenti e fatturato netto annuo superiore a 450 milioni di euro (rispetto a 1.750 dipendenti proposte in plenaria). Inoltre, le aziende con meno di 1.000 dipendenti non saranno costrette a fornire dati aggiuntivi rispetto agli standard volontari, un netto restringimento del campo di applicazione. Per la due diligence, l’ambito riguarda le imprese con oltre 5.000 dipendenti e fatturato superiore a 1,5 miliardi: se ne delimita l’estensione e si adotta un approccio basato sul rischio per mitigare impatti negativi senza richieste superflue.
La Commissione Ue ha accolto favorevolmente l’accordo, descrivendolo come un passo avanti nella semplificazione e nella riduzione degli oneri amministrativi. L’obiettivo è mantenere gli scopi climatici e sociali del Green Deal, ma mediante maggiore flessibilità e semplicità per le imprese, proteggendo al contempo le realtà più piccole.
Sul piano politico, l’asse tematico si orienta sempre di più verso flessibilità e competitività. Contemporaneamente emergono segnali di revisione su altri pilastri come gli sforzi di decarbonizzazione automobilistica post-2035 e le norme Ecodesign per le caldaie, con una maggiore attenzione alla neutralità tecnologica e a un possibile allontanamento dall’idea di tutto elettrico o di divieto del gas.