Friuli Venezia Giulia frena sulle Fer e guarda a idrogeno e nucleare
venerdì 31 ottobre 2025
Il forum “Transizione, energia e costi del cambiamento” di Trieste ha mostrato una chiave di svolta per la Giunta regionale: meno dipendenza da grandi impianti rinnovabili e maggiore apertura verso idrogeno e nucleare come elementi della futura politica energetica.
Secondo il presidente Massimiliano Fedriga, la transizione deve basarsi su tre principi: equilibrio economico e sostenibilità; evitare che le tecnologie europee vengano sostituite da soluzioni non occidentali; e riconoscere che il sistema energetico del passato non tornerà, puntando su una forte diversificazione, con la spinta sull’idrogeno in primo piano nel FVG.
Fedriga sottolinea che il timing è cruciale: se non si parte ora, il Friuli Venezia Giulia rischia di rimanere indietro rispetto ai concorrenti. L’energia nucleare di ultima generazione viene presentata come una possibilità da spiegare ai cittadini con trasparenza e razionalità, per raggiungere una maggiore sicurezza e capacità produttiva in un Paese a scarsa materia prima energetica.
L’assessore all’Energia Fabio Scoccimarro ha invece posto l’attenzione su azioni concrete: una disciplina specifica per il fotovoltaico per evitare sovrapposizioni e fissare limiti, soprattutto nelle aree coltivate. Sull’eolico, 24 ore prima del suo intervento, è emersa una petizione con oltre 3.500 firme contro un parco sul Craguenza, che ha acceso la polemica sul peso visivo e sull’impatto sulla biodiversità del paesaggio.
Scoccimarro ha ricordato l’impegno della Regione: una legge innovativa sul fotovoltaico, uno studio sul mini-eolico e un impegno per l’ecosostenibilità, senza svendere il patrimonio ambientale a impianti di grandi dimensioni che alterino l’identità territoriale.
Le posizioni critiche arrivano da Legambiente Friuli Venezia Giulia: Sandro Carnelutti mette in guardia sul fatto che l’obiettivo di neutralità carbonica al 2045 possa non avere percorsi chiari; secondo lui senza eolico e fotovoltaico gli obiettivi non si raggiungeranno, il nucleare è considerato superato, e la regione dovrebbe essere preoccupata dall’allungamento della vita della centrale di Krško in Slovenia e dal progetto di una seconda centrale su una faglia sismica, che viene contestato.