• Energia e dati: l’Italia spinge per sgravi ai data center

    mercoledì 10 dicembre 2025

    L’Italia presenterà presto alla UE la possibilità di riconoscere i data center come energivori, per ottenere benefici sulla componente Asos delle bollette, nell’ambito delle nuove linee guida sugli aiuti di Stato in tema ambiente ed energia. In presenza di FER-T, il calore di scarto prodotto dai data center potrebbe contribuire agli obiettivi di rinnovabili termiche.

    Il Governo valuterà anche l’allocazione e la dimensione di nuovi progetti: a volte i ritorni sugli investimenti non appaiono pienamente sostenibili.

    Milano e il Nord sono le zone con più progetti. È necessario monitorare l’impatto delle nuove connessioni sui prezzi zonali; si è ipotizzata la suddivisione del Nord in est e ovest in caso di congestioni, per migliorare l’efficienza, ma i data center dovrebbero offrire una flessibilità geografica.

    In generale, le rinnovabili dovrebbero alimentare questa domanda. A livello globale, i progetti hyperscale diventano sempre più grandi: in Asia si parla di 3 GW; negli USA i data center consumano circa il 5% dei consumi nazionali e si stimano investimenti potenziali intorno ai 400 miliardi di dollari entro il 2026.

    Il divario tra domanda e rete resta una sfida: alcune aziende ricorrono a centrali a gas per garantire affidabilità. Enel ha sperimentato in nove siti irlandesi di Digital Reality un sistema Ups grid-interactive da 6 MW con controllori dinamici che rispondono in millisecondi, riducendo di circa 24.000 tonnellate all’anno le emissioni di CO2.

    Infine, temi da considerare: sbilanciamenti di rete durante le prove e l’introduzione del Tide con l’adozione del settlement al quarto d’ora. I picchi di prelievo durante i test possono comportare costi significativi per i fornitori e non sempre sono programmabili.