Cosa manca per completare l’Unione europea dell’energia
venerdì 7 novembre 2025
L’UE sta facendo progressi significativi nella transizione energetica, riducendo le emissioni e ampliando le fonti rinnovabili, ma permangono criticità: prezzi elevati dell’energia e una scarsa elettrificazione dei consumi finali. I due rapporti pubblicati dalla Commissione il 6 novembre – State of the Energy Union Report 2025 e Climate Action Progress Report 2025 – sintetizzano lo stato di avanzamento e indicano le aree su cui intervenire.
Le emissioni nette di gas serra continuano a scendere e il mix energetico si arricchisce di rinnovabili: circa il 47% dell’elettricità nel 2024 è prodotta da fonti rinnovabili, con 77 GW di nuova potenza installata. Tuttavia, la situazione varia tra gli Stati membri. Per centrare gli obiettivi 2030 è indispensabile accelerare l’installazione di rinnovabili e intensificare l’efficienza energetica, aumentando la quota di elettricità nei consumi finali e riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.
I dati 2024 mostrano una diminuzione delle emissioni del 2,5% rispetto al 2023 e del 37,2% rispetto al 1990, mentre il PIL è cresciuto del 71%, dimostrando che la crescita economica si disaccoppia dalle emissioni. Non mancano però le sfide legate ai prezzi dell’energia, ancora alti rispetto ai concorrenti internazionali e con vistose differenze tra paesi, che incidono sulla competitività di industrie come acciaio, carta e vetro.
Per ridurre i costi energetici, l’UE ha annunciato azioni mirate (21 ottobre) nell’ambito del Piano d’azione per l’energia accessibile: aiuti di Stato, finanziamenti BEI, autorizzazioni accelerates per le rinnovabili e riduzioni delle tasse sull’elettricità. Inoltre si sta promuovendo la stipula di contratti tripartiti tra governi, produttori-fornitori e grandi clienti industriali per accelerare l’adozione di tecnologie pulite in settori come l’eolico offshore, le reti e lo storage.
La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha lanciato un programma da 1,5 miliardi di euro per garanzie a fornitori europei di componenti di rete e un pilota da 500 milioni di euro per controgaranzie sui Power Purchase Agreements (PPA) legati alle rinnovabili. Secondo Acer, PPA, flessibilità e accumuli restano le principali sfide per ridurre la volatilità dei prezzi nel sistema elettrico.
L’Unione ha ridotto significativamente la dipendenza dal gas russo, scendendo dal 45% delle importazioni nel 2021 al 12% ad agosto 2025. All’orizzonte, il decennio che verrà sarà cruciale per completare l’Unione dell’energia e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Tra le sfide future figura l’elettrificazione su larga scala: la quota di elettricità nel consumo finale dovrebbe salire dal 23% attuale al 32% entro il 2034, insieme a investimenti nelle reti e a innovazione per un settore delle tecnologie pulite competitivo. La Commissione stima che dal 2031 al 2040 servano circa 695 miliardi di euro all’anno per gli investimenti energetici, e la proposta del quadro finanziario pluriennale 2028-2034 mira a potenziare infrastrutture transfrontaliere e a indirizzare i finanziamenti verso tecnologie chiave per l’energia pulita.