• Caro energia: proposte Pd per ridurre costi e favorire investimenti

    venerdì 5 dicembre 2025

    Nel contesto dell’intervento della premier Giorgia Meloni sull’energia, i dubbi del Pd puntano a una manovra coraggiosa: le aziende e le famiglie sono esposte all’aumento dei costi, mentre molti imprenditori temono una deindustrializzazione silenziosa. Università di Modena e Reggio Emilia e Confindustria indicano che l’energia è la parola chiave per la competitività, e chiedono interventi rapidi. Il Pd vuole accelerare su Cer (comunità energetiche) e reti, pur in attesa di un decreto Energia che possa aprire un mercato unico europeo dell’energia e semplificare gli ostacoli agli investimenti.

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    Per Misiani e i suoi, il decreto-legge 175 appare parziale e confuso: restringe le aree dove possono nascere impianti rinnovabili, propone semplificazioni che rischiano di restare sulla carta e introduce norme sull’agrivoltaico poco chiare. Critiche ricorrenti riguardano la gestione della Transizione 5.0, i ritardi dell’Energy Release 2.0 e l’assenza di un piano strutturale sulle reti. L’analisi ricorda che l’ultima seduta del Consiglio dei ministri che ha sbloccato progetti FER risale a luglio 2025 e che i fondi Pnrr destinati alle Cer sono stati tagliati da 2,2 a 0,795 miliardi di euro, con rischi concreti per molte iniziative.

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    Il Pd propone misure concrete per invertire la rotta: garantire l’intera copertura finanziaria delle richieste delle Cer e togliere dalla bolletta il canone straordinario legato alle proroghe delle concessioni di distribuzione, destinando quei fondi a ridurre i costi per famiglie e imprese. Inoltre, si invita il governo a permettere alle Province autonome di Trento e Bolzano di prorogare le concessioni elettriche entro un piano di investimenti fino a 20 anni, in linea con la politica energetica nazionale.

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    Due emendamenti al Ddl Bilancio 2026 mirano a cambiare la formazione dei prezzi e i costi dell’energia: il primo rafforza il ruolo del Gme per i contratti Ppa, introduce un indice nazionale di disaccoppiamento elettrico, assegna integralmente i canoni alla riduzione dei costi e elimina la norma che li carica sulle bollette. Il secondo propone un credito d’imposta per le PMI che installano impianti fotovoltaici: 80% fino a 50 kW, 65% da 51 a 100 kW, 50% da 101 a 200 kW, dimezzando gli oneri di sistema per le aziende di dimensioni minori.

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    Anche il presidente CNA, Dario Costantini, conferma la necessità di interventi: il prezzo all’ingrosso è tornato a livelli pre-crisi, ma i costi per le imprese restano elevati, circa il 50% in più rispetto a quattro anni fa. Le priorità sono riformare la struttura della bolletta, per cui gli oneri generali di sistema sono molto superiori alla media europea, e aumentare la concorrenza tra gli operatori che hanno accumulato grandi profitti dal 2021 a oggi.