• Aree idonee: tensioni tra Governo e Regioni sull’energia

    lunedì 24 novembre 2025

    Il Dl Aree idonee ha scosso il dibattito tra Governo e Regioni, con l’Umbria che critica la norma e sia Masaf sia Mic che contestano la legge regionale sull’energia approvata in Umbria. Il nuovo decreto, che riguarda anche Transizione 5.0, è stato pubblicato in Gazzetta ma ha suscitato opposizioni immediate.

    La norma blocca alle Regioni l’individuazione di aree idonee entro 500 metri dai beni tutelati, secondo l’assessore umbro all’Energia, ostacolando l’innovazione introdotta dalla legge regionale sulle Comunità energetiche e la loro autonomia di scelta delle aree. L’Umbria chiede al Governo di ritirare questa disposizione e di rivedere anche la ripartizione dei fondi Pnrr per le CER.

    La critica umbra non si ferma qui: Masaf e Mic hanno espresso dubbi sulla legge regionale, ritenendola troppo permissiva soprattutto per il fotovoltaico. In particolare, la possibilità di intervenire su impianti fotovoltaici esistenti in aree agricole con ampliamenti limitati e superfici estese in buffer zone è vista come incongruente con la normativa statale. Il Ministero della Cultura richiede inoltre una verifica paesaggistica più rigorosa e un coinvolgimento della Soprintendenza.

    Nel frattempo la Sardegna annuncia ricorsi contro il Dl. La presidente Alessandra Todde critica la procedura accelerata che, a suo avviso, annulla le leggi regionali e consente impianti anche in zone UNESCO al di sotto di determinate soglie. L’obiettivo è difendere le leggi regionali e le valutazioni locali sui territori, nonché i controlli sulle autorizzazioni.

    Analisi di studi legali e professionisti segnalano che il Dl n.175 risulta più restrittivo rispetto al testo ministeriale, limitando la fascia di interdizione attorno a corsi d’acqua e imponendo distanze più rigide. Le Regioni dovranno riscrivere le proprie norme sulle aree idonee, mentre il nuovo quadro normativo si inserisce in un contesto di conflitti tra Stato e Regioni e tra obiettivi di decarbonizzazione e tutela ambientale.

    In definitiva, il decreto mira a allineare l’espansione delle energie rinnovabili con principi di legalità e coerenza con i vincoli paesaggistici, ma crea incertezza e potenziali rallentamenti nei percorsi autorizzativi. La conversione entro Sessanta giorni resta un passaggio cruciale, con un possibile riequilibrio tra poteri statali e autonomia regionale.