Agrivoltaico pragmatico: una convivenza reale tra agricoltura e fotovoltaico
giovedì 6 novembre 2025
Il webinar di QualEnergia.it con Fieragricola mostra come conciliare agricoltura e fotovoltaico. Due progettisti, Alessandro Visalli e Alessio Pinzone, illustrano esperienze reali e sfide.
L’agrivoltaico non è basta erba o una facciata: l’integrazione deve essere reale, continua e misurabile per tutta la vita dell’impianto. Le Linee guida 2022, requisito B, chiedono reddito agricolo verificabile e confrontabile con la media locale o con una zona di controllo.
Confronto economico: FV richiede grandi investimenti (650k-1M €/MW) e genera circa 150k €/MW/anno; l’agricoltura investe poco e guadagna 6-8k €/ha. La convivenza esige che l’investimento agricolo sia sostenibile e che il ROI FV rimanga competitivo.
Un progetto solido garantisce redditi per entrambi i lati, è bancabile e assicurabile, e rispetta norme in evoluzione. Si riducono rischi da interferenze e si costruisce prima la parte elettrica, poi si definisce una produzione agricola reale, redditizia e integrata in filiera.
Lo scopo è indipendenza energetica, sicurezza alimentare, biodiversità e paesaggio tutelato. Non è uno standard: è un sistema di scelte coordinate tra tracker, percorsi, irrigazione e sicurezza.
Gestione dei rischi: agricoltura meccanizzata, contratti chiari, investimenti per ridurre acqua e fertilizzanti. Non si possono chiedere garanzie milionarie: spesso i contratti e le assicurazioni sono eccessivi rispetto al reddito agricolo. In più c’è il rischio grave di revoca dell’autorizzazione se la produzione agricola non supera i controlli GSE.
Aspetti operativi: accesso richiede DPI, permessi e coordinamento con la sicurezza; pioggia o ritardi complicano aratura o semina. Servono formazione e procedure per il personale.
Nonostante le difficoltà, l’agrivoltaico è opportunità se regole chiare, filiere organize e contratti trasparenti assicurano redditività dimostrabile. QualEnergia.it porterà un workshop a Fieragricola 2026.