• Terre rare: tre vie per l’approvvigionamento europeo

    lunedì 20 ottobre 2025

    L’Italia può rafforzare la sicurezza delle forniture di terre rare puntando su tre vie principali: instaurare cooperazioni bilaterali con vari paesi fornitori, anche nell’ambito del Piano Mattei; promuovere la ricerca scientifica per sviluppare materiali sostitutivi; potenziare le attività di riciclo. Questo approccio è in linea con il Critical Raw Materials Act (Crma) europeo, che mira a ridurre la dipendenza dall’importazione di materie prime critiche necessarie a tecnologie come i magneti per turbine eoliche e altri settori strategici.

    L’Europa deve costruire nuove capacità di estrazione, raffinazione e riciclo delle terre rare per sostenere la transizione verde e digitale e rafforzare la competitività e la resilienza industriale. Entro il 2030 il Crma indica obiettivi volontari: estrarre almeno il 10% delle materie prime strategiche da risorse geologiche continentali, lavorarle in casa per il 40% e riciclarne almeno il 25%; inoltre nessun paese terzo deve fornire oltre il 65% del consumo europeo di una materia chiave.

    Secondo l’indagine, la Cina domina il settore: controlla circa il 40% delle riserve mondiali, oltre il 60% dell’estrazione e circa il 90% della raffinazione. La sua posizione è rafforzata da politiche industriali e da controlli ambientali meno rigidi. Il 9 ottobre il governo cinese ha annunciato nuove misure di esportazione che interessano la maggior parte delle terre rare e dei materiali correlati, inclusi software e know-how per impianti avanzati. L’obiettivo è esercitare pressione geopolitica e influenzare la globalizzazione delle supply chain, in chiave di decoupling con l’Occidente.

    La risposta europea e italiana riguarda la riduzione dei rischi di approvvigionamento: la strategia di de-risking si basa su produzione interna, diversificazione delle importazioni e sviluppo di tecnologie di riciclo. In Italia si guardi al progetto della Fondazione Rara, che mira a sostituire le terre rare con leghe abbondanti e sostenibili, mantenendo le proprietà necessarie. È necessario anche investire in impianti di riciclo, soprattutto per i Raee, ma non basta: l’Europa ha una fase di deindustrializzazione che limita gli scarti e potrebbe soddisfare solo il 10-15% del fabbisogno con il riciclo, ben al di sotto del target 25% del Crma.

    In definitiva, la situazione resta complessa. La Cina possiede avanzate tecnologie e capacità di lavorazione che l’Occidente non ha pienamente replicato. Per creare una supply chain miner–magnet adeguata, occorre un quadro economico, politico e sociale stabile che favorisca investimenti pubblici e privati nei paesi sviluppati. Ci vorrà tempo e risorse per costruire un settore autonomo in grado di garantire l’approvvigionamento critico in settori come veicoli elettrici, robotica e difesa.