• Rimodulazione Pnrr: agrivoltaico, Transizione 5.0 e biometano al centro

    martedì 7 ottobre 2025

    Sul fronte normativo, la Gazzetta del 6 ottobre 2025 pubblica il decreto Mef del 9 settembre 2025 che rimodula le risorse del Pnrr. È la quinta modifica approvata dall’Ecofin il 20 giugno 2025. Il Governo sta preparando una sesta richiesta all’UE per spostare circa 14 miliardi di euro da misure a rischio scadenza 2026 verso interventi più dinamici. Vengono definanziate 34 iniziative, tra cui agrivoltaico, biometano, comunità energetiche, idrogeno, Transizione 5.0 e autoproduzione nelle PMI. Le risorse vanno a filoni alternativi, come Fondo Agrisolare, con una possibile facility di gestione indipendente.

    Questo cambio di direzione mira a rendere più mirati gli investimenti. Tuttavia il taglio dei fondi all’agrivoltaico è stato contestato. Aias chiede di rivedere le modalità, non i fondi, sostenendo che la burocrazia e mancanza di documenti essenziali ostacolino i progetti. Hanno scritto al ministro chiedendo un confronto. Alessio Pinzone di Agrivoltaica osserva che la rimodulazione riflette difficoltà amministrative; ritiene però possibile salvaguardare la maggioranza dei progetti se si lavora insieme con Governo e Gse.

    Anche Transizione 5.0 è al centro delle proteste degli industriali. Verona e Vicenza la definiscono un flop a causa della burocrazia e chiedono un’evoluzione di Industria 4.0. Il Ministero lavora per separare l’incentivo dal Pnrr e dalle regole europee. Urso sostiene che il bilancio sia positivo: da giugno 2025 l’uso è cresciuto oltre 300 milioni al mese, con prenotazioni vicino ai 2,3 miliardi. Entro dicembre si punta a circa 3 miliardi. In futuro nascerà una misura unica per l’innovazione, nazionale e meno vincolata dall’Europa.

    Per il biometano non dovrebbe cambiare molto il taglio di risorse a breve, secondo Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas. L’aumento di risorse con la quinta revisione rispetto alla riduzione è compensato. I ministri studiano strumenti comuni con la Commissione europea per far decollare i progetti entro il 2026, senza proroghe, ma con formule tecniche che possano andare oltre per i progetti già finanziati. Si valuta anche l’uso di una facility per far funzionare il Parco Agrisolare.

    In sintesi, la rimodulazione evita tagli indiscriminati e cerca di direzionare i fondi verso misure più attuabili. Rimangono questioni da risolvere: come accelerare l’agrivoltaico, semplificare la Transizione 5.0 e garantire tempi certi per i progetti di biometano. Il quadro resta dinamico, con negoziati aperti tra Governo, UE, imprese e associazioni per arrivare a una strategia di innovazione più agile e autonoma dalle rigide regole comunitarie.