Rame e tecnologie pulite: rischio di deficit dell’offerta globale
giovedì 16 ottobre 2025
Il rame è un elemento chiave per la transizione energetica e l’economia digitale. È essenziale in IA, data center, veicoli elettrici, energie rinnovabili e reti di distribuzione. Secondo previsioni recenti, la domanda crescerà molto nei prossimi anni, trainata dall’innovazione tecnologica e dall’industrializzazione in Asia, ma resta incerta la velocità con cui l’offerta mineraria potrà rispondere a tali bisogni a livello globale.
Wood Mackenzie indica una crescita della domanda globale di rame del 24% entro il 2035, a circa 42,7 Mt all’anno, contro 35 Mt nel 2025. Quattro fattori dirompenti guidano questa crescita: transizione energetica (rinnovabili, EV, reti), intelligenza artificiale e massicco consumo dei data center, aumento della spesa militare e rapido sviluppo industriale in India e nel Sud-est asiatico. Insieme spiegheranno circa il 40% della crescita.
Tuttavia sviluppi politici o innovazioni tecnologiche potrebbero generare shock della domanda. Un’accelerazione delle politiche net-zero o una crescita industriale asiatica più marcata potrebbero spingere la domanda oltre la base prevista, arrivando fino a 12 Mtpa di domanda aggiuntiva nel prossimo decennio.
Il mercato è particolarmente influenzato dai veicoli elettrici: nel 2025 la loro penetrazione è stata del 22%, prevista al 2035 intorno al 44%. La richiesta di rame per l’elettrificazione delle auto potrebbe salire da 1,7 Mtpa nel 2025 a 4,3 Mtpa nel 2035. Ogni EV contiene fino a quattro volte più rame di un’auto tradizionale, e anche le infrastrutture di ricarica richiedono rame per la sicurezza della fornitura.
Inoltre, la crescita economica dell’India e del sud-est asiatico potrebbe aggiungere circa 3,3 Mtpa entro il 2035. Ma la crescita dell’offerta resta critica: per colmare il deficit servirebbero circa 8 Mtpa di nuova capacità, con costi complessivi superiori ai 200 miliardi di dollari. Permessi, opposizioni e ostacoli tecnici ritardano molti progetti e gli investitori preferiscono M&A, anche in contesti internazionali.
Le aziende cinesi stanno consolidando controllo su filiere integrate di estrazione, raffinazione e produzione. La lentezza della risposta dell’offerta, insieme a una domanda relativamente inelastica, espone il mercato a shock e squilibri persistenti. Per competere occorre una maggiore collaborazione tra Stati e industrie: condivisione di risorse, sostegno a progetti ad alto rischio e consorzi pubblico-privati in grado di muoversi con rapidità anche a medio-lungo termine.