Europa delle tecnologie pulite: espansione globale, Mediterraneo e città
venerdì 17 ottobre 2025
L’Unione europea punta a controllare il 15% della produzione mondiale di tecnologie pulite. Per raggiungere questo obiettivo la Commissione ha presentato una visione globale che proietta l’UE oltre i propri confini, ponendo l’industria europea al centro dei mercati internazionali e sostenendo le sue capacità tecnologiche e produttive.
Secondo Eurostat, la bilancia commerciale dell’UE è in perdita per 9,2 miliardi di euro nelle tre tecnologie chiave: pannelli fotovoltaici, turbine eoliche e biocarburanti liquidi. Per ridurre il gap, la strategia si basa su partnership e accordi commerciali che stimolino la manifattura nei Paesi terzi e la diffusione delle tecnologie pulite. I principali ostacoli includono rischi reali e percepiti, infrastrutture insufficienti e mercati dei capitali non ancora maturi. Bruxelles ha firmato accordi di libero scambio con 76 governi ed è in negoziato con Australia, India, Malesia, Filippine, Thailandia, Messico, Indonesia, Emirati e Mercosur. I partner saranno incoraggiati a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi tramite l’uso delle tecnologie pulite europee.
L’UE finanzierà progetti nei Paesi partner: siti produttivi per cleantech, attività di ricerca e sviluppo e impianti di fonti rinnovabili. Si sta valutando anche il sostegno al credito all’esportazione per le tecnologie pulite. La gestione operativa sarà affidata al Consiglio d’Affari Esteri per la Transizione Pulita (EU External Clean Transition Business Council) e alla piattaforma EU Energy and Raw Materials, strumenti volti a coordinare investimenti, cooperazione nelle materie prime, idrogeno e batterie, e a creare mercati pilota con misure di de-risking e blended finance.
Nasce anche il Patto per il Mediterraneo, presentato il 16 ottobre dall’Alta Rappresentante per gli Affari Esteri. L’iniziativa mira a rafforzare i legami tra l’UE e la sponda sud del Mediterraneo, con un focus su energie rinnovabili, materie prime critiche, trasporti, digitale e resilienza idrica. L’area comprende dieci Paesi (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria e Tunisia) ed è aperta ad altri partner. La Trans-Med Renewable Energy and Clean Tech Initiative faciliterà commercio di energia rinnovabile e partenariati industriali in fotovoltaico, eolico, idrogeno, riscaldamento, reti, stoccaggio, pompe di calore ed efficienza energetica. Verrà istituita una piattaforma di investimento per coordinare progetti, infrastrutture e produzione tecnologica, usando strumenti di blending e de-risking. Saranno introdotte norme per supportare i Paesi partner nella modellizzazione dei sistemi energetici. Il Patto sarà proposto per l’approvazione politica a novembre e attuato entro marzo 2026 tramite un Piano d’azione UE per il Mediterraneo.
Infine, centinaia di sindaci e rappresentanti locali hanno partecipato a Bruxelles al Patto dei sindaci dell’UE 2025, per discutere energia pulita e resilienza. Tre città sono state premiate: Domokos per le pompe di calore, Lappeenranta per l’accumulo termico gestito con IA, Mechelen per reti di teleriscaldamento con sistemi di accumulo. Il riconoscimento valorizza l’impegno delle comunità, il coinvolgimento di stakeholder, il supporto ai gruppi vulnerabili, la diffusione di informazioni e la creazione di posti di lavoro. Durante l’evento, Ursula von der Leyen ha annunciato una nuova Agenda UE per le Città, che collegherà meglio le iniziative locali ai fondi europei.