• Dalla protesta globale alla corsa cinese per l’energia pulita

    lunedì 6 ottobre 2025

    Le grandi manifestazioni di inizio ottobre per Gaza hanno fatto risuonare idee nate da studi come quelli di Ilya Prigogine: in sistemi aperti, piccole deviazioni possono trasformarsi in nuove organizzazioni. La Flottilla, e lo scenario dell’assalto in acque internazionali, è stata la scintilla che ha scatenato una vasta ondata di proteste: folle numerose hanno riempito piazze e ferrovie mentali per giorni, attraversando grandi centri e piccoli centri.

    Parallelamente, la Cina sta guidando una trasformazione climatica su scala globale. All’ONU Xi Jinping ha presentato una visione di accelerazione della transizione verde, in controtendenza rispetto a un discorso di scetticismo da parte di alcuni leader. Gli obiettivi mostrano una riduzione delle emissioni nette entro il 2035 e un’espansione massiccia di eolico e solare fino a 3.600 GW. Molti considerano tali obiettivi prudenti, ma la traiettoria cinese sta già spostando i confini della leadership climatica mondiale.

    La realtà conta i numeri: nella prima metà del 2025 la Cina ha aggiunto 256 GW di potenza solare, molto oltre quanto installato negli anni precedenti, e le emissioni del settore energetico hanno registrato una lieve diminuzione. Le batterie hanno raggiunto record significativi (37 GW/91 GWh nel 2024, crescita del 69% nei primi mesi del 2025). La Cina domina anche la produzione globale: circa l’80% dei pannelli solari, 60% delle turbine, 70% degli EV e 75% delle batterie; e ha una quota crescente di brevetti nel settore. È evidente un avanzamento della leadership cinese nella transizione energetica e nell’innovazione.“ ,